lunedì 29 agosto 2016

Il pasto credibile


Avevo creato un nuovo blog in incognito per fare un punto zero e per sentirmi libera di esprimermi ma poi mi son detta che era un peccato perdere questo milione di follower e così eccomi qui al punto uno.

Ne è passato di tempo e vi vedo cresciuti. 

Ne è passato talmente tanto che non posso nemmeno più cominciare una frase con "E niente" perché nel frattempo è stato talmente abusato che io ormai alla prima frase che inizia con Eniente chiudo.

In fondo tutto passa. 

Passa il tempo passano le mode passa la retorica passano le frasi fatte e finché la barca va lasciala andare e come la barca lascia la scia io ti lascio la firma mia. Passata anche la bulimia della fiera delle banalità, della scontistica, deglihastagacazzochenonsonohastaghmafrasieallorachesensohannoesenonlisaiusarenonusarli, e basta mi fermo qui anche se non è corretto ma io non sono una persona corretta e quindi lo faccio. E sì ho sbagliato anche l'ortografia quindi potete mettermi alla gogna perché ormai non importa cosa dici e se ti scappa un refuso: se sbagli l'itaggliano devi comunque essere crocifisso da tutti i dotti professori che ti circondano.
E comunque, dato che ormai il futuro è il nofilter, anzi, il #nofilter, e il no photoshop, giusto per far vedere che uno sta facendo una cosa figa o è figo anche senza filtri e senza photoshop e lo deve sottolineare altrimenti uno pensa che sia filtrato e photoshoppato e non rosica abbastanza e invece col no filtro e il no photoshop rosica meglio, io per protesta lancio "il pasto credibile".

Basta set fotografici, basta colori complementari e a contrasto basta reflex basta luce giusta basta aspettare 85 ore prima di mangiare basta flufflose basta tavole di legno basta bianco basta legni scrostati e teglie e posate arrugginite che vien l'ebola solo a guardarle basta cavalletto basta un poco di zucchero.

Che tanto ormai la gente se n'è accorta che è tutto un bluff e che nessun foodblogger a casa sua mangia così.

E allora io da oggi inizio questo nuovo progetto perché al giorno d'oggi se non hai un progetto non sei nessuno e nemmeno se non dici di averlo lo sei e dato che io non sono qualcuno ma nemmeno nessuno lo dico e lo faccio.

#ilpastocredibile


Ingredienti per delle polpette:

orzo avanzato 
lenticchie cotte
noci
anacardi
cubetto di spinaci surgelato
pezzo di fungo (io avevo un gambo in freezer da usare in emergenza)
lievito alimentare
salsa di soia
farina di mais
sacchetto ikea
anonima scrivania

PS l'elenco degli ingredienti è solamente indicativo, ogni elemento può essere sostituito a piacere con qualcosa di uguale aspetto o consistenza.

Frullare il tutto fino ad ottenere una consistenza morbida ma non troppo e nemmeno troppo asciutta.
Nel caso regolare con farina o altra roba assorbente tranne la scottex o aggiungere acqua.
Impastare, rigirare nel mais e mettere in padella con olio.


Nota bene: non si può cuocere a secco, se non mettete olio a sufficienza (0.5 cm circa) la panatura di mais vi si attaccherà alla lingua come un quadretto di moquette.

domenica 20 settembre 2015

Cose a caso e cose a casa.



Piccola guida in ordine casuale sparso di cose più o meno interessanti e di scoperte dell'acqua calda ma a volte anche un po' fredda che ho imparato in questi mesi da neomamma.

Paranoie da soffocamento.
Mentre dormono i bambini respirano anche quando sembrano morti. 
Di solito.
Dicono sia normale, i primi mesi (quanti? 7? E 8?? E 9??) controllare che la pancia si alzi e si abbassi.
Io non contenta di questo ogni tanto uso anche lo specchietto per vedere se si appanna che quando è vestito la pancia non si vede bene e io mica voglio farmi fregare.
I bambini respirano anche quando stanno a pancia in giù. 
Di solito.
La prova è tappargli il naso per qualche secondo e vedere se si lamentano.
Oppure passargli il dito sulla bocca come per fare il verso della macchina e vedere se la serrano.
Disclaimer: i fatti qui raccontati non si riferiscono a persone o cose realmente esistenti e sono frutto della fantasia dell'autore.

Attrezzatura utile/inutile.
Allora, già per capire la differenza fra navicella ovetto culla passeggino lettino io ci ho messo sei mesi. 
Superato questo step qualunque madre che si rispetti alla nascita della creatura avrà già comprato o si sarà già fatta prestare tutto quanto elencato per poi accorgersi che:
l'ovetto è un affare per mettere i nani in macchina (oddio ecco ho detto nani. Lo sapevo. Mi ero ripromessa di non usare questo termine in quanto ormai ampiamente inflazionato ma le valide alternative scarseggiano. Bestiola? Toporagno? Microbo? Zitto microbo! Ci piace.) senza il quale sembra debbano crescere con la scoliosi o con le peggio deformazioni alla schiena quando poi per 23 ore su 24 stanno in braccio in posizioni assurde che manco il cinese di Ocean's eleven.
Teniamo poi conto che c'è chi sconsiglia di usarlo alla nascita ma che comunque dopo qualche mese sarà troppo piccolo per la bestiola quindi il range di utilizzo è di circa 6 mesi se va bene.
Io l'unica utilità che ci ho trovato è la dimensione a perfetto incastro con il carrello della spesa. 
Voto 2

La navicella. Che onestamente non capisco perché l'abbiano chiamata così che tanto non è che lo devi spedire su Plutone. Non ancora perlomeno.
Te la spacciano come fondamentale per i trasporti in macchina (pre-ovetto) quando in realtà il toporagno è legato solamente da una piccola cinturina che di certo non evita lo shakeramento ad ogni curva e nemmeno il volo a proiettile. 
Io ho avuto incubi per diverso tempo.
Voto 2

Il passeggino. 
Io vorrei prendere tutti i vari designer/inventori/ingegneri/costruttori di robe per bambini e metterli su un'isola deserta montuosa con cinque bambini a testa e una macchina da condividere aspettando di vedere quanto tempo ci mettono a farsi fuori fra loro. 
Volevo scrivere sodomizzare ma mi sembrava stesse un po' male. 
È inutile, siamo riusciti ad andare nello spazio ma ancora non ce l'abbiamo fatta a fare un passeggino che sia leggero stabile poco ingombrante trasportabile richiudibile con una mano girevole fronte mamma bello moderno ammortizzato imbottito impermeabile facilmente lavabile sfoderabile caldo d'inverno fresco d'estate comodo morbido e che costi poco.
Che stronzi.

Fasciatoio. 
Io sono rimasta sul basic dato che fra due barra tre anni forse riuscirò ad eliminarlo e ho preso quello dell'Ikea che hackerato fa il suo sporco lavoro alla modica cifra di 29,99 euro più circa 15 di materassino preso a parte considerando che quello che danno insieme sembra fatto per nani (in senso stretto) forse perché lo fanno in Cina. 
Comunque basta fissare con due cerniere per mobili un pezzo di compensato sul bordo e metterci sopra un materassino ad incastro che detta così sembra una roba complicata ma in realtà è molto semplice e no non un pubblico una foto del mio bagno perché è incasinato ma se volete potete farne richiesta.
Anche se in realtà ora che ci rifletto con praticamente la stessa cifra e zero sbattimento potete prenderne uno già pronto anche se vuoi mettere l'ego?

Per il latte in esterna sempre all'Ikea, che non è che sia proprio il mio unico punto di riferimento ma è uno dei pochi posti se non l'unico dove puoi entrare e trovare un range di cose che va dal materasso al caffè, ho preso un thermos per l'acqua pure di un colore fighissimo azzurro e rosso che poi userò in futuro dato che appunto la mia vita non si esaurirà fra tre anni, forse, mentre per le pappe ho preso un praticissimo thermos della Thermos che tra l'altro pare sia la ditta che li ha inventati e quindi io ho pensato fosse una garanzia e in effetti è lo stata, su Amazon ad una modica cifra che di certo non si presenta come quei catafalchi appositi per toporagni che tipo se viaggi in moto dovresti avere un sidecar apposta anche se poi risolveresti i problemi del thermos ma non quello di dove mettere il bambino e quindi il paragone non ha senso me ne rendo conto.

Pannolini.
Sì, alla fine ce la sto facendo ad usare i lavabili. Non solo quelli, li alterno ai normali dato che non sono proprio scema del tutto e no, non sono proprio la cosa più pratica al mondo ma con un po' d'impegno ce la si può fare. 
D'altronde anche fare la raccolta differenziata non è comodo. O cercare un cestino per buttare la cicca della sigaretta. O chiudere l'acqua mentre ci si lava i denti. O lasciare il posto alla vecchia sul tram. O rispettare la fila in posta. O non scendere dall'auto a spaccare il parabrezza col bloster a quello che ti ha tagliato la strada. O non gridare al cellulare mentre si è sul treno. Ok sto divagando.
Insomma qualche contro c'è, tipo quando il microbo non caga per due giorni e tu sei convinta di aver capito a che orario la fa e quindi gli hai messo l'usa e getta e invece lui ti frega e si scioglie in una diarrea che gli arriva fino alla schiena proprio quando ha su il lavabile e tu finalmente capisci fino il fondo il modo di dire siamo nella merda fino al collo e bestemmi per non aver fatto finta di nulla fino all'arrivo del padre quando avresti potuto benissimo mentire dicendo amore giuro, fino a due secondi fa ho controllato e non c'era nulla, dai vai tu a lavarlo che io sto preparando la cena.
Merda? Ho parlato di merda? Beh, d'altronde lo fanno tutte le mamme, perché disilludere le vostre aspettative?
Poi ovviamente ci sono anche i pro.





Tututututututu.......


No dai, in realtà tra quelli e il non utilizzare quasi mai le salviette detergenti e poco o nulla il sapone non abbiamo mai avuto un'irritazione.

Ok ciao ora vado. 
Devo aprire ai servizi sociali.



mercoledì 4 febbraio 2015

Insalata veloce




Dov'eravamo rimasti? Al fatto la gravidanza sembrava tutto solecuoreamore e invece era un calesse?
Ecco. Allora quello che viene dopo è decisamente tir.
Non staró ad approfondire l'argomento parto perchè tanto a chi non ha figli non frega niente di sentire l'ennesimo racconto e a chi li ha avuti in fondo pure.
Peró magari c'è qualche uomo interessato quindi...
In breve, memore del corso, di Er e di Real Time mi sono presentata al pronto soccorso quando le contrazioni erano regolari di 2 min per 5 fratto 6 al quadrato pensando ormai fosse ora.
Ma invece no. Avevo davanti ancora 24 ore in sala parto. Ma senza le telecamere.
Alla fine delle quali, per non farmi mancare nulla e perché a me piace sperimentare tutto, è finalmente arrivato Dio vestito da anestesista e mi hanno aperto come un cappone a Natale.
E insomma alla fine ho capito perchè si chiama parto.
Perchè finito tutto l'unica cosa che pensi è si ciao ok è stato bello ma ora arrivederci e grazie.
Ma tutto il gioco è valso la candela (mh) per quei tre secondi tra un rammendo e l'altro in cui son riuscita a vedere il toporagno e a pensare: "oh, meno male che non è un cesso".
E così eccoci qui.
E che dire, siamo sopravvissuti quasi indenni ai primi due mesi il che è un gran traguardo.
E oggi poi sono pure qui che riesco a scrivere al pc quindi wow, scoppiamo i mortaretti.

Ma parliamo del rientro.
Hanno ragione quelli che dicono di preparare tutto per tempo in modo da riuscire a prendere prima confidenza con la casa e gli spazi.
Io invece che mi ritengo impavida sono tornata con la bestiola dall'ospedale con la casa ancora in ristrutturazione e infatti avrei voluto stendermi sulle strisce.
E sì che mi son impegnata a vederla come un'avventura. E ce l'ho fatta eh, mica no. Ma di quelle in cui sei nella giungla e hai dimenticato il kit di sopravvivenza a casa.

E poi inizia il loop pappacaccananna.
Che a volte preferirei non addormentarmi mai per evitare l'ennesimo giorno uguale.
E poi arrivano le ansie.
E il carico di responsabilità che a rifletterci bene pesa come un macigno.
Perchè nei momenti di lucidità mi rendo conto che non devo solo occuparmi di un essere vivente. Ma di una piccola persona. E la mia responsabilità non è solo di farlo crescere, ma di formare un uomo del domani.
E dire che le uniche forme di vita di cui mi sono occupata finora sono un passerotto che per tenerlo al caldo ho messo nella yogurtiera che scalda a 40 gradi e una serie di piante che immancabilmente mi mummificano sul balcone...

Oh, in effetti a pensarci bene se davvero il mondo di domani dipende anche da me siamo veramente nella merda.


Insalata veloce

Aprite la busta, sciacquate l'insalata sotto l'acqua e disponetela nel piatto.
Condite a piacere.